La Torre Civica
La torre civica, definita da Opicino De Canistris "Campanile maggiore", si affiancava alle cattedrali gemine. Era una torre-campanile che scandiva il tempo e informava la comunità cittadina degli eventi, degli incontri e delle ricorrenze civiche, ecclesiastiche ed anche militari. Se ne gettarono le fondamenta intorno al 1063 e la sua altezza raggiunse i 78 metri, a seguito dell'aggiunta della cella campanaria in granito, costruita nel 1585 su progetto dell'architetto Pellegrino Pellegrini, detto il Tibaldi.

Il 17 marzo del 1989 Pavia assistette al crollo imprevisto della torre, il quale causò la morte di quattro persone e lo sventramento degli edifici circostanti.
L'invaso, messo in evidenza dal crollo e maggiormente indagato durante gli scavi del 1972/1974, ci mostra una struttura non indifferente, e di certo non paragonabile agli altri campanili.
La torre, dotata di un apparato di scale in spessore di muro, presentava conci lapidei ben squadrati in larghi risalti angolari, cinque specchiature coronate da archetti binati nei registri inferiori e una fascia di dieci archetti nei piani successivi. Il registro inferiore si caratterizzava per la presenza di bacini ceramici e per la zoccolatura realizzata con pregiato materiale di reimpiego. In merito all'utilizzo di laterizio di reimpiego nella parte inferiore e di laterizio, malta e mattoni con martellature oblique nel piano superiore, si è avanzata l'ipotesi che la torre potesse essere stata costruita in diverse fasi.