I materiali della scultura

I materiali della scultura

I materiali della scultura


Le collezioni delle sedi di Cast consentono di svolgere un percorso multimaterico della scultura. Dalla bella Sosandra in marmo della raccolta archeologica dell’Università di Pavia, alle terrecotte di Cesare Ferreri dei Musei Civici di Pavia, i confronti stilistici delle statue si prestano ad essere colti nelle differenti forme espressive della resa del materiale scultoreo. Si possono notare le differenze fra l’originale e il proprio modello, come ad esempio nelle statue di San Giovanni Battista di Emilio Testa in bronzo e in gesso, oppure nelle due teste di Malia in marmo e gesso di Romolo del Bo.

Sistema Museale di Ateneo
Raccolta archeologica e gipsoteca

Il Museo

La raccolta archeologica dell’Università di Pavia fu voluta nel 1819 da Pietro Vittorio Aldini con funzioni eminentemente didattiche, che ne hanno poi costituito nel tempo il criterio-guida. Ospita categorie monumentali diverse, che coprono l’arco cronologico dalla preistoria al tardoantico: sculture, capitelli, vasi figurati, terrecotte, bronzetti, monete, iscrizioni. Nella raccolta sono compresi una trentina di gessi, acquisiti all’inizio del secolo XX per illustrare le lezioni di storia dell’arte antica: calchi di statue a tutto tondo (in scala 1:1) e un gruppo di riproduzioni di dimensioni ridotte. Particolarmente interessanti il calco del Discobolo Lancellotti, colorato in verde-bronzo, che risale al primo Novecento; e la recentissima restituzione della policromia originaria nel calco della stele di Aristion del Museo Nazionale di Atene.


3 motivi per visitarlo

Un contenitore architettonico straordinario (la sala della Crociera del vecchio Ospedale di San Matteo)

La più bella copia romana in marmo esistente della famosa e perduta Afrodite Sosandra di Calamide

Una raccolta di calchi in gesso di celebri capolavori scultorei dell’antichità

Afrodite Sosandra

Autore

Calamide

Nella collezione archeologica dell’Università di Pavia è conservata una delle sole otto copie romane note, di dimensioni non ridotte, della testa dell’Afrodite Sosandra, opera dello scultore Calamide (ca. 460 a.C.) che si trovava nei Propilei dell’Acropoli di Atene, come ricordano Pausania (I, 23, 2) e Luciano (Im. 4, 6; Dial.Mer. 3,2). La statua bronzea originale, ovviamente intera, rappresentava un’Afrodite ausiliatrice, “che salva gli uomini” (sosandra, appunto): solenne figura femminile tutta avvolta da un mantello di stoffa pesante, offriva uno dei più alti esempi di quello che è stato definito “panneggio architettonico”. Il tipo statuario intero ci è noto da un buon numero di copie, tra cui quella celebre da Baia, riprodotta qui nel Museo su un pannello fotografico a grandezza naturale, collocato accanto alla testa marmorea. La copia di Pavia, datata nel II sec. d.C., per la sua altissima qualità è stata spesso citata in letteratura, ma una sua piena valorizzazione stilistica è relativamente recente e si deve a uno studio di Cesare Saletti del 1999, che ne sottolineava “pur nel perfetto impianto simmetrico e nel rigoroso gioco delle ondulazioni, il senso di massa ... carica di una sua corposa materialità”. Mancano purtroppo notizie attendibili della provenienza, e si sa soltanto che la scultura entrò nella collezione universitaria in data compresa fra il 1822 e il 1828.

Materiale

Bronzo

Tipologia

Originale

Ambito

Antico

Originale

ca. 460 a.C.

Copia

II sec. d.C.

Musei Civici
Sezione di scultura moderna e Gipsoteca

Il Museo

Il nuovo allestimento al secondo piano del Castello Visconteo presenta una raccolta di oltre 200 sculture del XIX e XX secolo, perlopiù in gesso: calchi di opere antiche accanto a bozzetti e opere definitive. I calchi, provenienti dalle Scuole di Disegno e Incisione e di Pittura (attive a Pavia dal 1838 al 1934), erano utilizzati per lo studio della statuaria classica: si va dal gruppo del Laocoonte al Torso del Belvedere, dal Fauno danzante alla Venere de' Medici. Il percorso prosegue presentando sculture in gesso, terracotta, bronzo e marmo realizzate da artisti di formazione lombarda: dalle prove romantiche di Giovanni Spertini al tocco scapigliato di Medardo Rosso ed Ernesto Bazzaro, dal simbolismo di Romolo Del Bo al liberty di Alfonso Marabelli, per finire con il realismo di Filippo Tallone e i bronzi di Emilio Testa, noto anche come medaglista.


3 motivi per visitarlo

Un allestimento nuovo e moderno all'interno di un castello del '300, da cui si vede il miglior panorama della città

Un percorso che si snoda tra copie in gesso di celebri statue classiche e opere originali realizzate tra ‘800 e ‘900 da maestri come Medardo Rosso, Giovanni Spertini, Romolo Del Bo, Alfonso Marabelli, Filippo Tallone

Un approccio trasversale alla scultura, che focalizza l'attenzione su materiali, forme, funzioni

Il Pugile

Autore

Filippo Tallone

Formatore

Carlo Campi

L'opera in gesso è stata realizzata nel 1933 da Filippo Tallone, scultore di origine torinese ma formatosi alla Scuola di Pittura di Pavia. L'atleta è colto in un momento di riposo, sottolineato dall'espressione del volto, che simboleggia la quiete dopo la lotta. Il soggetto è interpretato con grande verismo e particolare attenzione per gli atteggiamenti e le emozioni.

Materiale

Gesso

Tipologia

Originale

Ambito

Moderno

Originale

1933 d.C.

Museo della Certosa di Pavia

Il Museo

Nello splendido Palazzo Ducale che sorge a destra rispetto alla facciata della Certosa è ospitata una delle più ampie gipsoteche d'Italia, con circa 240 calchi di notevole pregio e raffinatezza di esecuzione, eseguiti da Edoardo e Pietro Pierotti nella seconda metà del XIX secolo. I calchi sono opere a sé, tutti rifiniti in modo differente, con grande attenzione ai dettagli delle sculture rinascimentali da cui sono tratti. La gipsoteca è stata voluta alla fine del XIX secolo da Luca Beltrami che, dopo aver collaborato all’allestimento del Trocadéro di Parigi (che presenta calchi delle più importanti cattedrali francesi), divenne Direttore dell’Ufficio regionale per la conservazione dei monumenti in Lombardia. Chiuso per quasi un secolo dal 1911, il Museo fu riaperto al pubblico nel 2008, per volere della Direttrice Letizia Lodi che ha diretto i restauri ai calchi della gipsoteca e ai capolavori scultorei esposti al primo piano.


3 motivi per visitarlo

Una delle gipsoteche più grandi d’Italia, con calchi di grande raffinatezza esecutiva del XIX secolo, derivati da originali scultorei rinascimentali della Certosa

Un allestimento recente (Gaupiont 2007), che bene evidenzia la particolarità dei calchi di grandi dimensioni, con finiture policrome originali, mantenute durante i recenti restauri

Un contesto straordinario: il Museo si articola anche al primo piano con sculture del XV secolo e capolavori dipinti di Bartolomeo Montagna, Ambrogio Bergognone e Bernardino Luini

Monumento funebre di Ludovico il Moro e Beatrice d'Este

Autore

Pierotti Edoardo

Il calco riproduce la parte superiore del monumento funebre di Ludovico il Moro e Beatrice d'Este, realizzato dalla "Ditta Pierotti formatori in Milano" dall'originale in marmo di Cristoforo Solari (1497) che ora si trova sul pavimento del transetto sinistro della chiesa. Il gesso è documentato nel catalogo stampato a Milano nel 1906 dei "Monumenti, statue, rilievi e ornamenti in gesso di varie epoche che si trovano presso Pietro Pierotti formatore delle R. Gallerie", edito verosimilmente dal figlio Edoardo. Il basamento su cui l'opera poggia è un basamento in legno realizzato in occasione del primo allestimento del Museo da parte dell'architetto Luca Beltrami. Un altro esemplare di questo calco si trova al Museo Puskin di Mosca.
(L.B.)

Materiale

Gesso

Tipologia

Copia

Ambito

Moderno

Originale

1850 - 1899 d.C. ca.

Raccolta Museale “Regina”

Il Museo

La raccolta museale ospitata presso il Castello Sangiuliani si articola in tre sale e raccoglie le opere dell’artista medese Regina Cassolo, attiva tra gli anni Trenta e gli anni Settanta, donate al Comune di Mede dal marito Luigi Bracchi. Sono esposte sculture realizzate in gesso e in bronzo degli anni Venti, le prime opere in alluminio degli anni Trenta - sculture di chiara appartenenza al movimento futurista - e quelle relative al Movimento Arte Concreta (MAC) degli anni Cinquanta. I disegni, le tempere ed i collages coprono l’intero arco della sua esperienza artistica e talora sono progetti per alcune sculture che compongono la collezione.


3 motivi per visitarlo

Un’artista molto originale che partecipò e promosse importanti movimenti d’avanguardia che influenzarono l’arte nel corso del Novecento

Originalità ed eclettismo: parole che possiamo “leggere” nella lavorazione e nei materiali usati, a volte inconsueti come l’alluminio

Una raccolta di arte contemporanea singolare, immersa fra le risaie lomelline a pochi passi dalla città

Accanto ai materiali ritenuti per tradizione più importanti nella storia della scultura, marmo e bronzo, tra le collezioni del progetto Cast è possibile ammirare opere in sasso come alcune teste di Filippo Tallone dei Musei Civici di Pavia, in alluminio, ferro, cemento e plexiglass nella collezione di Regina Cassolo di Mede, come ad esempio nelle opere Aerosensibilità e Ritratto di Ragazza.

Canarino

Autore

Regina Cassolo

Il soggetto rappresentato è un canarino ma, osservandolo attentamente, possiamo notare un’anatomia più snella e linee più rastremate che ricordano più un uccello predatore che un piccolo volatile. L’animale è appollaiato su un trespolo a parallelepipedo a base triangolare che poggia sull’intero basamento della scultura. Il canarino viene reso in modo essenziale: l’artista lo modella con grazia, facendo risaltare dal corpo estremamente liscio la coppia d’ali che si uniscono sul fondo staccandosi dal corpo sottostante da cui parte la coda. La testa, è ricavata dallo stesso blocco di gesso ed è piuttosto tozza; stenta a staccarsi dal corpo fino all’estremità posteriore, becco compreso, che ha una forma aerodinamica e sotto cui si indovinano gli occhi appena accennati. Questa è una delle poche opere che Regina partendo dal modello in gesso ha deciso di fondere in bronzo. Nella Raccolta medese, l’opera bronzea è posizionata accanto al modello in gesso.

Materiale

Bronzo

Tipologia

Originale

Ambito

Moderno

Originale

1928 d.C. ca.

Il percorso è concluso.
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