Divinità femminili antiche e moderne

Divinità femminili antiche e moderne

Divinità femminili Antiche e Moderne


La figura femminile all’interno della collezione di Scultura moderna dei Musei Civici di Pavia è molto presente. Ritratta nelle sue forme sensuali, con la resa plastica della scultura, si offre alla vista del visitatore attraverso diversi esempi tratti dall’antico – Venere de’ Medici, Venere Uffizi e Venere di Milo - e dal moderno – la Giovinetta con colomba di Giovanni Spertini e le figure femminili di Filippo Tallone.

Venere de'Medici
Afrodite/Venere pudica in completa nudità

Il gesso è tratto da una scultura greca in marmo di I sec. a.C., originale o forse copia/libera interpretazione di un originale greco, oggi perduto, di III sec. a.C. L'autore è lo scultore Cleomene di Atene. La Venere, acquistata da Francesco de’ Medici nel 1584, è oggi esposta a Firenze alla Galleria degli Uffizi. La dea appartiene al tipo iconografico della Venus Pudica, ovvero seminuda o in completa nudità con le braccia protese a celare parte del corpo. Il soggetto, ignudo, si presenta con la gamba sinistra tesa, a reggere il peso della dea, e con la gamba destra piegata. Seno sinistro e pube sono coperti dalle braccia. Il collo, carnoso, è sensibilmente proteso in avanti, come anche parte del dorso. L’acconciatura si mostra ben curata, con fluenti ciocche ricciolute raccolte sulla sommità del capo e all’altezza della nuca. A lato della gamba sinistra, si trova come sostegno per la statua un delfino con due eroti. Il basamento, in corrispondenza della porzione anteriore, reca infine l’iscrizione su due righe: ΚΛΕΟΜEΝΗΣ ΑΠΟΛΛΟΔΩΡΟΥ | ΑΘΗΝΑΙΟΣ ΕΠΟΙΗΣΕΝ, ossia “Cleomene, (figlio) di Apollodoro, Ateniese fece”. La Venere racchiude in sé le linee guida della lezione prassitelica (IV sec. a.C.): la morbidezza dei piani delle forme e la delicatezza e flessuosità della figura.

Materiale

Gesso

Tipologia

Copia

Ambito

Antico

Originale

I secolo a.C.

Copia

XIX secolo d.C.

Elementi che contraddistinguono queste delicate figure femminili sono la grazia, la proporzione e l’armonia del corpo, l’innocente nudità, la ricerca del dettaglio nella capigliatura, l’eleganza e la raffinatezza delle pose assunte. Si tratta di caratteristiche che formano un trait d’union della femminilità dalle statue classiche a quelle moderne.
Giovinetta con colomba

Autore

Giovanni Spertini

La scultura, firmata e datata sul basamento, è opera di Giovanni Spertini, nato a Pavia, trasferitosi a Milano nel 1835 per iscriversi al corso di scultura all’Accademia di Brera. La Giovinetta con colomba fu donata dalla vedova Spertini Teresa Rarioli nel 1895 alla Scuola Civica di Pittura di Pavia assieme ad altre sculture in gesso, come ad esempio la Fanciulla che scrive, un Amorino, Giovinetto in preghiera, l’Ecce Homo, Cristo risorto. L’adesione al vero, la minuziosa resa dei dettagli, la sensualità femminile e la formazione accademica sono elementi che sono riscontrabili nella Giovinetta con colomba. Il gusto classico, della bellezza e della posa, e quello contemporaneo ottocentesco, dell’adesione al vero e della resa dei particolari, convivono nella statua con un risultato armonico. La riservata sensualità, la bellezza composta e il lento movimento creato dallo sporgersi in avanti del corpo colpiscono il visitatore. I capelli ricci tenuti assieme da una pettinatura elegante cadono lungo la schiena. Il senso del movimento è affidato alla posizione del corpo. Il volto rappresenta una bellezza raffinata e classica, quasi una Venere, gli occhi sono concentrati sulla colomba detentrice del messaggio conferendole una solenne importanza: essi trasmettono speranza per l’invio della lettera oppure curiosità per la sua ricezione.

Materiale

Gesso

Tipologia

Studio/bozzetto

Ambito

Moderno

Originale

1873 d.C.

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